1630-1639

Annali di Portogruaro 1630 – 1639

1630

Meritano di essere ricordate alcune iscrizioni latine del Paroco di S. Nicolò, riportate da M. Ernesto Degani in Alcune notizie intorno alle Chiese e pie istituzioni di Portogruaro, a pag. 36-37.
Epidemia di “febbre maligna” (*).
Invasione di lupi in Friuli. (*)§
Prezzo del vino: oltre 70 ducati la botte(dalla Relazione di Bernardo Polani).(*)

(*) Guido Zanco- profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 63

1631

(marzo novembre) Epidemia di peste. Dal 6 giugno al 20 agosto muoiono 800 persone. (*) Guido Zanco- Profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 6

1631

Dopo tutti questi disastri sopravvenne la peste in Venezia, ove con grande mortalità di gente esercitò le sue stragi : di là fu portata in questa città, in un involto di cotone, per quanto narra la tradizione, e rese quasi desolato questo luogo, che rimase infetto pel corso di 6 mesi. Non mi è riuscito di saper quante persone siano qui state rapite da quel funesto morbo. Bensì in una Cronaca del Co. Lodovico di Valvasone… lessi, che la peste qui faceva strage di molta gente e che n’erano morte ottocento persone ; ma ciò dal giorno sei Giugno al venti Agosto, per quanto mi par di desumere dalla lettura di quel documento. ”

“E’ fama che, in quelle luttuose circostanze, le merci, invece che a questa Dogana, sieno state condotte, pel fiume Reghena, alla Siega di Giai, nella casa ora di proprietà del Signor Biglia e che il magazzino del sale sia stato in Giai nella casa alta, ora degli eredi Soardi livellata al Zulian. ” ” Havvi pur tradizione, che in tempo di peste, quando per tale motivo si chiudevano le porte di questa città, il Paroco di Teglio assisteva spiritualmente questi Parochiani posti nel borgo di S. Gottardo, donde, dicesi, derivare il suo diritto di esigere il quartese in alcuni terreni situati in questa Pieve.”

“Narrasi eziandio che allora alcune persone, stando al balcone, dettavano il loro testamento al Notaio, che nella pubblica strada lo scriveva in presenza de’ Testimoni.”

“In quella tristissima occasione era qui il medico Girolamo Corte Cenedese, che fece stampare in quell’anno in Udine appo lo Schiaratti il suo libro: Del modo facile di preservarsi dal presente contagio, ed una breve narrazione delle sue cause con una questione, cosa si deve sperare questa primavera. Il libro, in data 15 Marzo di detto anno, fu da lui dedicato al Decano Concordiese Dario Sbroiavacca.”

“Il male si estese poi nella villa di Cisterna, poco distante da Udine, colle merci levate da qui e condotte ivi per inviarle in Germania. Fu grande allora la diligenza usata prima dal Luogotenente Polani, poi dal Veniero, per cui il male di quella villa fu di poco rilievo, e quello di Portogruaro terminò senza più oltre avanzarsi. Laonde vuolsi che il Sacello, ch’ era un tempo assai più grande dell’attuale, posto a S. Rocco, al di qua di Portovecchio, a destra del Lemene, sia stato ivi eretto in memoria della grazia ottenuta, allorchè il contagio non giunse a quella villa. Tuttavia nella citata cronaca leggesi, che in Pordenone, in quel tempo, sieno morte di peste più di 1500 persone, in Venezia 60.000, è più di 500.000 nelle provincie (A. Zambaldi – Op. c., pag. 233 – 234). Il pittore Carneo Antonio dipinge la pala dei Ss. Rocco e Sebastiano, esistente in questo Duomo, per voto della Comunità dopo la peste.

1632

(22 giugno) Ducale del Doge Francesco Erizzo che ordina ai mercanti di passaggio per Gemona di proseguire per Portogruaro e non per Latisana. (*) Guido Zanco- Profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 63.

1632

(14 luglio) Relazione di Girolamo Foscarini, che indica Portogruaro come sede del dazio sull’olio importato dall’Istria e dalla Dalmazia. (*) Guido Zanco…

1633

Il Luogotenente Girolamo Veniero allargò la strada di questo territorio per la condotta delle merci dalla Germania a Venezia (A. Zambaldi – Op. c., pag. 234.

1634

“Il Luogotenente Federico Sanudo, recatosi a visitare questa città, ne riformò il governo a norma delle tristi conseguenze derivate dal desolatorio contagio ; e ciò con di lui Decreto 31 Ottobre, del quale diamo il compendio: “Ognuno del Consiglio della città possa elegger un onorato cittadino da proporsi allo squittino e rendersi abile al Corsiglio medesimo. Quegli degli eletti al Consiglio, che otterrà più della metà, de’ voti s’intenda rimasto abile al Consiglio medesimo, senza obbligo di esborso d’ alcun denaro per quella volta.”

” Che se chi sarà rimasto come sopra in alcun termpo vorrà render abile alcuno de’ suoi figliuoli o discendenti nati di legittimo matrimonio avanti questa abilitazione, sia mandata a partito, nel Consiglio la proposta, e riscuotendola metà de’ voti sia ammesso colla posterità, pagando però ducati cinquanta.”

” Dalle seguenti terminazioni non ho potuto decifrare la data, ignorando se appartengano alle surriferite od alle seguenti del Luogotenente Sanudo, sotto il nome del quale però le trovai trascritte.”

” Non sia ammesso al Consiglio alcun cittadino capace di esso, se non proverà di aver anni 20 compiuti, dovendo altresì portar prova legale d’ esser nato di legittimo matrimonio, quando in difetto de’ natali non ne fosse stato dal Consiglio dispensata.”

“All’officio di Giudice e Sindico non sia ammesso chi non ha venticinque anni finiti.”

“Li provveditori sopra le strade abbiano il carico di visitar il bosco di Taù una volta all’ anno almeno (Antonio Zambaldi – Op c., pag. 235.)”.

1635

Il predetto Sanudo, quale Sindaco in questa Terra, con altri ordini 10 Gennaio, al Capitolo IX di questi, determinò, che non possano intervenir in Consiglio più di due per famiglia, preferendo gli anziani d’età, e li posteriori non siano ammessi, sin che quelli durano e sono presenti ; al Capilo XVI, che venendo occasione di riempir il numero di Consiglio di 32, né trovandosi chi voglia darsi in nota dopo i Proclami, si possano elegger senz’obbligo di pagar ducati cinquanta, ma sia personale I’ elezione e duri ‘in vita solamente (A. Zambaldi – Op. c., ibid.).

Pietro Marchettano, Cancelliere della Patria, descrivendo Portogruaro, ricorda che la Comunità aveva l’obbligo di contribuire con 12 fanti nell’esercito.