1840 – 1849

Annali di Portogruaro   1840 – 1849

1840

La popolazione di Portogruaro è di 3.986 abitanti. Guido Zanco- op. cit. pag.73

1840 – 1845

Si costruisce a seconda parte del Seminario verso il Museo. L’architetto Giovanni Bassi di Udine fece il progetto per l’ampliamento e generale riforma del Seminario, per la cui esecuzione il solo Comune di Portogruaro concedeva un taglio di piante del valore di lire 9000 e gli abitanti spontanei vi concorrevano con le loro offerte che ammontarono in complesso a lire 15898 (Mons. Dott. G. Roder – Memoria storica sul Seminario di Portogruaro – S. Vito, coi tipi dell’Amico del Contadino, 1846).

1841

Per cura dei Professori G. P. De Domini e G. M. Zannier, si colloca in questo Seminario una lapide con iscrizione onoraria ad Antonio Baschiera, di Clauzetto, Professore di filosofia e Prefetto degli studi, morto Arciprete di Fossalta nel 1838.

1843

Con Dispaccio Governativo, 9 Novembre, è approvato il Regolamento dell’Istituto Filarmonico da ristabilirsi in Portogruaro.
(*)Inizia la sua attività la Tipografia Castion. (*) Guido Zanco- op. cit. pag.73

1845

Ricostruzione ed ampliamento del teatro.
Piogge torrenziali. Semidistrutti i raccolti di frumento e patate. Guido Zanco- op. cit. pag.73

1846-47    Annate agricole disastrose. Il prezzo del mais triplicato rispetto al 1845. Guido Zanco- op. cit. pag.73

1847

Autunno
(Italia) – Viene composto l’Inno Nazionale da Goffredo Mameli

1848 – 1849

Scarsissime sono le notizie locali, (2) che riguardano questo agitatissimo periodo di tempo, donde ha inizio il primo stadio del risorgimento nazionale. Quel poco che se ne sa è unicamente dovuto alla tradizione orale di alcuni testimoni oculari diligentemente intervistati e assunti a verbale dal Comm. Avv. Dott. G. C. Bertolini. Perciò, dalle memorie, ch’egli gentilmente ci ha fornito, spigoliamo quel tanto che può interessare il lettore:
Il 18 Marzo 1848, verso sera, Carlo Giusti di Antonio, di Portogruaro, studente universitario, seguito da gran folla di popolo, fece a cavallo il giro interno della Città, agitando, in luogo di bandiera, un fazzoletto rosso e gridando: Viva la Costituzione!
Dopo la partenza Francesco della Gendarmeria austriaca, tra il 19 e 20 Marzo 1848, Francesco Chevalier, francese domiciliato a Portogruaro, dalla gradinata del Municipio arringò il popolo, proclamando la necessità d’istituire la Guardia Civica, la quale poi formatasi ebbe a Capitano Felice Sartori di Giovanni Battista.
Costituitasi a Venezia la Repubblica, i Portogruaresi fecero subito adesione alla medesima, mandando a Venezia i loro rappresentanti, Eugenio Bettoni e Francesco Chevalier. Questi ritornarono portando seco le armi avute da quel Governo, cioè: 150 fucili a pietra e quattro cannoni, due da costa e due da campo.
I due da costa furono lasciati, passando, alla Comunità di Caorle, pure datasi alla Repubblica, e i due da campo furono portati a Portogruaro e impostati presso al Municipio, di fronte alla piazza. Si formò poi un piccolo corpo di cannonieri, comandati da Eugenio Bettoni, i quali facevano gli esercizi militari nel cortile del Seminario.
Il Bettoni e il Chevalier, al loro ritorno da Venezia, furono pubblicamente festeggiati. In quell’occasione si abbruciarono in piazza gli stemmi austriaci col Decreto, che proclamava il giudizio statario nel Lombardo-Veneto. Formava il quadrato la Guardia Civica comandata dal Sartori. La banda suonava sotto la direzione del Maestro Domenico Del Pra. Curioso l’incidente di un cane, che ruppe la folla per andar a bagnare con acqua, che non era quella del Lemene, le ceneri delle aquile bruciate!
Dopo la distruzione delle aquile, si fece con la musica il giro della Città, e, davanti all’Episcopio, la folla proruppe in un’ovazione al venerato Vescovo Carlo Fontanini già cieco. Il Vescovo dal pergolo benedisse i dimostratiti dichiarandosi pronto a dar loro aiuto in tutto quello che gli fosse stato possibile.
Si ha anche memoria di un giornale uscito in quei giorni “La Gazzetta di Portogruaro” pubblicato dalla Tipografia Castion. Di questo però non uscirono che i due primi numeri.
La gioventù Portogruarese, sospettando che i Rappresentanti della Comunità fossero propensi all’Austria, improvvisò davanti al Municipio, un’ostile dimostrazione. I Rappresentanti allora si dimisero; ma sì ottenne tosto la pacificazione per mezzo dì Felice Sarori comandante della Guardia Civica e solo ai Rappresentanti suddetti vennero aggregati alcuni della parte popolare, fra i quali Antonio Termini, che rimasero fino al ritorno degli Austriaci.
Da principio la Comunità di Concordia, esitando ad aderire alla Repubblica Veneta, voleva far governo da sé, ma in seguito aderì, e l’adesione fu festeggiata dai Rappresentanti del Comune e dalla Guardia Civica insieme con molti Portogruaresi in casa di Bonaventura Segatti fu Antonio. Poco dopo la Guardia Civica di Caorle, comandata da Lattes, agente delle Assicurazioni Generali venne a far visita di omaggio alla Guardia Civica di Portogruaro.
Sparsasi in Portogruaro la notizia che un corpo di Croati marciava verso Azzano, la Città fu invasa da forte panico, che però svanì subito, quando da alcuni esploratori si capì che si trattava di un falso allarme.
Quando il Generale Zucchi, difensore di Palmanova, chiese a questa Comunità un soccorso d’armati, dovendosi costituire un piccolo corpo all’uopo, si pensò di provvederlo di una bandiera e di fare una solenne funzione per la benedizione della stessa. La Messa, coll’assistenza del Vescovo, fu celebrata in Piazza da Mons. Roder, il quale rivolse accalorate parole ai volontari partenti per Palmanova.
Presero parte alla difesa di Venezia:
Ing. Bon Antonio, Sartori Felice, Sartori Giuseppe, Giusti Giuseppe, Dott. Germano Fabbroni, Berti Gaspare, Toneguzzo Antonio, Cantelli Antonio, Co. Frattina Marquardo, Co. Fraittna Morando, Toffolo Marco, Turchetto Giovanni, Caenazzo Evangelista, Castion Gaetano, Bellotto Antonio, Bellotto Giacomo, Pavan Osvaldo, Pavan Luigi, Sartori Gio. Batta, Prosdocimo Gaetano di Motta di Livenza, poi domiciliato in Portogruaro.
Presero parte alla Crociata:   Turchetto Oreste, Piccolo Giovanni, Nadali Domenico, Drigo Antonio, Berti Gaspare.

Nota. – Giuseppe Zamboni, comunemente denominato Fante o Bobò, con alcuni dei nostri marinai, riuscì a penetrare in Venezia durante l’assedio, portandovi armi e munizioni mandate dal Comune di Portogruaro. Questo fatto non è ufficialmente provato, ma io lo sentii narrare da lui stesso e da altri suoi coetanei.
(2)V. D.r Prof. O. Viana – La Repubblica a Portogruaro – (Ricordi del Quarantotto), In “Patria del Friuli” 1 Settembre 1906.