1910 – 1919

Annali di Portogruaro 1910 – 1919

1910

S’inaugura il fabbricato dell’Unione Agraria progettato e diretto nell’esecuzione dal Cav. Uff. Ing. Ant. Del Pra.
(*)Il Comune istituisce una scuola tecnica di indirizzo agrario, intitolata a Dario Bertolini.
Termina la costruzione della sede della Cassa di Risparmio. (*)Guido Zanco- Profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 88

8 Marzo
E’ costituita la Società Cooperativa Bozzoli fra i produttori.
 

30 Luglio
Muore in Portogruaro sua patria il Cav. Dott. Antonio Bon Ingegnere, a 86 anni di età. Prese parte, come volontario e ardente patriotta, alla guerra d’Indipendenza nel 1848. Fu lavoratore instancabile fino agli ultimi giorni di sua vita.

1911

Si apre la Casa di ricovero (Fondazione Francescon e Legato Furlanis) sotto la Direzione delle RR. Madri della Provvidenza.
Del riordinamento del Patrimonio di questa Pia Casa fu altamente benemerito il suo Presidente Cav. Uff. Dott. Avv. Vincenzo Bertoja.
In quest’anno fu collocata una lapide sulla facciata del Palazzo Municipale, in memoria dei Portogruaresi caduti per la patria, con quest’iscrizione dettata dal Comm. Avv. Dott. G. Carlo Bertolini:

PORTOGRUARESI MORTI PER LA PATRIA
MDCCCXLVIII-MDCCCXLIX
FRATTINA MORANDO – PAVAN OSVALDO – TOFFOLO MARCO
NELL’ASSEDIO DI VENEZIA
DRIGO DOMENICO SU LE MURA DI UDINE
ANTONIO CIMETTA
MARINARO
DALLA SOLDATESCA AUSTRIACA
QUI ARRESTATO L’UNDICI
PER SENTENZA MARZIALE FUCILATO A S. DONA
IL QUATTORDICI GENNAIO MDCCCXLIX
PERCHE’
IN VENEZIA BLOCCATA
OGNI VIGILANZA LUNGAMENTE SFIDANDO
VIVERI MUNIZIONI DIFENSORI
INTRODUSSE
IL COMUNE NEL MDCCCCXI P.

(*)Censimento: la popolazione di Portogruaro è di 6.500 abitanti; quella del Comune di 12.374 abitanti.
Censimento dell’industria:’ si registrano 235 imprese con 1.138 addetti. (*)Guido Zanco- op. cit. pag.88

1912

La Cassa di Risparmio assume i servizi esattoriali; primo esperimento a Mestre e Portogruaro. Guido Zanco- op. cit. pag.88

Gennaio
Esce in Portogruaro il periodico mensile, ufficiale per gli atti vescovili, Rassegna Ecclesiastica Concordiese.

21 Maggio
 Questo Capitolo Cattedrale dà il suo assenso – secondo le prescrizioni canoniche – domanda di Mons. Vescovo F. Isola di contrarre, per sè e successori, un mutuo di lire 12,000 presso la Cassa di Risparmio di Venezia, per, il ristauro generale del palazzo vescovile su progetto dell’Ing. Piero Bon.

1913

Demolizione delle mura di Portogruaro. Guido Zanco- Profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 88

30 giugno
Inaugurazione della linea ferroviaria Portogruaro-Motta di Livenza.

1913 – 1914

S’incomincia il ristauro e ampliameto del Teatro Sociale su progetto dell’Ing. Piero Bon.
S’inaugura, in quest’anno 1914, il fabbricato della R. Scuola Tecnica, Dario Bertolini – su progetto degli Ing. Cav. Uff. Sardi e Cav. Uff. A. Del Pra.
Questa scuola, istituita dal Comune nel 1910, fu pareggiata nel 1914 e regificata nel 1920.

1914

8 febbraio
I mulini di S.Andrea vengono acquistati da Giancarlo Stucky per 70.000 Lire. Guido Zanco- Profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 88
1914, 10 Marzo – Roma: cade il governo Giolitti anche per le nuove tasse per coprire le ingenti spese per la guerra in Libia.
1914, 26 Marzo – Roma: nuovo governo con a capo Salandra.
1914, 7 Giugno Italia: scoppia la “settimana rossa”, un moto di piazza che, con tutti i caratteri dell’improvvisazione e della spontaneità, sconvolse per una settimana il Paese ed ebbe per epicentro la Romagna e le Marche. (Giuliano Procacci in “Storia degli italiani”, Laterza editore)
1914, 28 Giugno – BOSNIA: da Saraievo giunge la notizia dell’assassinio dell’ARCIDUCA FERDINANDO, erede al trono austriaco e della principessa sua moglie, ad opera di uno studente bosniaco di nome PRINCIP.

1915

maggio
Il Duca d’Aosta stabilisce in palazzo Foligno l’Intendenza della III Armata. Il Seminario è trasformato in ospedale militare. Guido Zanco- op. cit. pag.88

maggio???
Campo di aviazione a Torresella

Portogruaro - Campo di aviazione di Torresella

Portogruaro – Campo di aviazione di Torresella

Un campo di volo era presente anche a Toresella. Si trattava di una struttura realizzata nel 1915 intorno a Portogruaro. Durante i primi mesi di guerra essa ospitò la 13a e la 14a Squadriglia Bleriot che qualche mese dopo furono cedute al settore addestramento. Dopo la ritirata Toresella divenne un campo austriaco ospitando la Flik 41J, il reparto dell’asso degli assi austriaci, Godwin Brumowsky
Portogruaro Sparita

Portogruaro - Campo di aviazione a Torresella nel 1915

Portogruaro – Campo di aviazione a Torresella nel 1915

 

1916

6 Settembre
Muore in Portogruaro sua patria, a 54 anni di età, il Cav. Vittorio Cimetta…

24 Settembre
Questa mattina alle ore 5.30 venne fucilato presso il Cimitero un soldato siciliano reo di omicidio perpetrato a Treviso.

17 Ottobre
Oggi, alle ore 11.30, con intervento di Mons. Bortolomasi Vescovo castrense, di Mons Isola Vescovo diocesano, del Capitolo, del Comando militare e di tutte le Autorità civili, s’inaugura in questo Duomo la Messa del soldato.

2 Novembre
Alle ore 11.30, con intervento di Mons. Vescovo , del Capitolo e di tutte le Autorità civili e militari, si celebra in questo Duomo una Messa per i caduti.

28 Aprile
L’Intendenza militare della 3^ Armata, stabilitasi in Portogruaro al principio della guerra, è trasferita da Portogruaro a S. Giorgio di Nogaro.

Notte dal 21 al 22 Maggio
Per quattro ore continue furono lanciate dagli aeroplani austriaci più di 70 bombe su Portogruaro. Vennero danneggiate le case dei Sigg. Vianello-Mecchia, Colautti, Pitteri e la Stazione ferroviaria. Ci furono otto vittime, alle quali il 23, si fecero solenni funerali in questo Duomo a spese del Comune.
Durante la notte del 23 passarono per Portogruaro molti autocarri che conducevano al fronte più di 20,000 uomini. I nostri atterrarono un aeroplano austriaco e fecero prigionieri due aviatori.

9 Giugno
Alle ore 22.30 incursione di aeroplani con getto di più di 20 bombe. Nessuna vittima. Danneggiate le case dei Sigg. Cav. E. Bonò e G. B. Rossi.

15 Giugno
Incursione di aeroplani dalle ore 21.30 alle 23.30 circa. Nessuna vittima. Danneggiate le case dei Sigg. Cav. Angelo Sguerzi, Degani e V. Stefanon.

24 Giugno
Alle 3.15 passa un aeroplano; lancia una bomba, che rimase inesplosa, sulla casa del Sig. C. Bertolini e una nel mezzo della piazza con guasti di vetri nei negozi e nelle case circostanti.

6 Settembre
Muore in Portogruaro sua patria, a 54 anni di età, il Cav. Vittorio Cimetta, Colonnello del 123 Fanteria. Partito per la guerra di operazione, il 21 Luglio 1915, comandò il reggimento e il settore nel combattimento di Castelnuovo del Carso (Monte sei busi) fino al 3 Agosto, quando fu ferito alla coscia sinistra da pallottola di shrapnel. Portato a casa sua in Portogruaro, vi morì il 6 settembre 1915, in seguito alla ferita riportata. Dal Generale Comm. Caserta Cristiangiano, Comandante la Brigata Chieti, fu proposto per l’Ordine Militare di Savoia, e di questa proposta il Comm. Caserta lo avvertiva per lettera. Gli fu concessa la medaglia d’argento con una bellissima motivazione. “Con perizia e intelligenza preparò l’azione e calmo e sereno condusse il reggimento al fuoco in zona asprissima e violentemente battuta dalle artiglierie nemiche. Benchè ferito continuò il comando malgrado il divieto dei sanitari, finchè svenuto, fu portato via dal posto del combattimento.” Il 28 Novembre dello stesso anno la medaglia fu consegnata dal Generale Lombardi alla Famiglia del valoroso Colonnello, in forma solenne, alla presenza delle truppe schierate nella pubblica piazza, che presentarono le armi, delle Autorità Ecclesiastiche e Civili e di tutti i cittadini di Portogruaro.

2 Novembre
Messa letta in Cimitero per i caduti con l’intervento di Mons. Vescovo F. Isola celebrante, del Capitolo e delle Autorità civili e militari.

1917

7 Giugno
Incursione di aeroplani, durante la notte, dalle 24 alle 4.30 circa. Si lanciarono poco più di 7 bombe. Luoghi colpiti: Palazzo Stucky, Piazzetta (una bomba inesplosa), un casello della ferrovia verso Summaga; quattro feriti non gravi.

28 Ottobre
Da questo giorno fino al 5 Novembre incomincia l’esodo dei Portogruaresi all’appressarsi del nemico invasore.
Alle ore 3 pom. del 5 Novembre partì l’ultimo treno dei profughi; verso sera, per la porta di S. Giovanni entrarono le prime truppe austriache.

5 novembre
Gli ultimi reparti della III Armata fanno saltare i ponti di S.Giovanni e di S.Nicolò presso la Fabbrica Perfosfati (Ponte Verde).
Gli abitanti rimasti sono 535. Guido Zanco- op. cit. pag.88

10 Novembre
Muore profugo in Torino Mons. Prof. G. B. Bidoli a circa 82 anni di età.
Sacerdote dotto e piissimo, che nel nostro Seminario, più che un insegnamento, rappresentò un principio.
Non credo fuor di luogo riportare il testo dell’epigrafe onoraria da me dettata per la lapide da collocarsi tra breve, in memoria di quest’esimio Sacerdote, nella Chiesa di S. Luigi, ad iniziativa del Cav. Prof. Dott. Lodovico Giacomuzzi, dei parenti e degli amici:

J. B. BIDOLI
DOMO. TERMUNTIO. MEDIO
IN. PATAVINO. ATHENAEO
S. THEOL. PROLYTAE
CAN. POENIT. ECCL. CATH. CONCORD.
PHILOSOPHIAE. HISTORIAE. ECCL. J. C. TRADENDIS
PER. ANNOS. XLIV. IN. SEMIN. DIOEC. DOCTORI
ANIMIS. DEO. RECONCILIANDIS. IMPIGRO
OB. EXIMIAM. LAUDEM
LIBERALITATE. OMNIQUE. VIRTUTE. CUMULATAM
INSIGNI.
NE. TANTI. VIRI. MEMORIAM. DELEAT. OBLIVIO
MONUMENTUM. PROPINQUI. E-T- AMICI
HONORIS. CAUSA PP.
PROFUGUS. SANCTE. OBIIT. ANNOS. NATUS. LXXXII
EUROPA. IMMANI. BELLO. FLAGRANTE
AUGUSTAE. TAURINORUM
IN. PIA ” PARVAE PROVIDENTIAE ” DOMO
IV. ID. NOV. A. M.DCCCC.XVII

19 Novembre
Pochi giorni dopo l’invasione nemica, da alcuni aviatori italiani, i quali ritenevano che la sede del Comando militare austriaco fosse nel Palazzo Stucky o nell’attiguo Palazzo della Cassa di Risparmio, fu quasi interamente bombardata la Via Garibaldi, ora elegantemente rifatta. (1)
Noto che, appena ritornato da Firenze, dove fui profugo per un anno e mezzo, mi diedi subito, con l’efficace aiuto del Rev. Don Luigi Bortolussi, Parroco di S. Agnese, e del Rev. Don Umberto Martin, Parroco di S. Nicolò, ambedue rimasti in sede durante l’invasione, a compilare un censo approssimativo dei soli Portogruaresi rimasti in città. Non mi occupai degli abitanti della campagna, perchè questi non abbandonarono la loro residenza. Ora questo censo mi diede i seguenti risultati:
Uomini 188
Femmine 232
Bambini 115
Totale 535
La copia del documento legalizzato e descritto in tutte le sue particolarità, si trova presso l’Archivio della Curia vescovile, del Capitolo, del Municipio e del R. Museo
Ora daremo un cenno di quanto riguarda l’organizzazione civile e militare della città di Portogruaro, durante l’anno infausto della dominazione austro-ungarica, e qualche altra notizia che ci venne comunicata dal Rev. Mons. Giuseppe Gaiatto, (2) dal Prof. Dott. Marcello Dal Moro, dal Sig. Umberto Berti impiegato comunale e da qualche altra persona fededegna rimasta nella città invasa.
Municipio. – Fino al 25 Febbraio 1908 funzionò da Podestà il Prof. Dott. Marcello Dal Moro, il quale, per i suoi sentimenti patriottici, fu poi, dal 25 Febbraio al 7,Luglio, internato a Linz. A lui succedette fino al giorno della liberazione Ermenegildo Reiner di Venezia: Consiglieri comunali: Luigi Scottà, Berti Giuseppe, Brussolo Luigi, Pasquale Francesco, Piccolo Pietro fu Antonio e tutti i Parochi del Distretto con qualche borghese.
Comando della III^ Armata, agli ordini del Maresciallo Wurn. Ebbe sede in casa Foligno (in angolo della Abazia) fino dal 20 Febbraio 1918.
Distretto Militare agli ordini del Colonnello Andreatta. Si stabilì nella sede della Cassa di Risparmio.
Posta. – In casa della Sig.” Pia Buora-Bonazza.
Agenzia delle Imposte. – In casa del Signor Attilio Ballarin.
Comando di Tappa. – Nell’Albergo Bompan.
Deposito di biancheria, di vestiti e di merci requisite. – Nel Teatro Sociale.
Ospitali:

1. militari: Seminario, Seminarietto, Palazzo del Commendatore Co. Valle, casa della Sig.ra A. Bergamo (Borgo S. Giovanni) con tutte le altre case fino al Fontico, e il Civico Ospitale.
2. misti: Case dei Sigg. Stefanon e Mecchia-Vianello nel Borgo di S. Giovanni.
3. borghesi: Casa di Ricovero e casa del Sig. Fabretto G. B. in Borgo S. Gottardo.

Musica. – Quasi ogni giorno alle ore 11, e talvolta anche nel pomeriggio, si teneva concerto musicale in piazza con esposizione di un gagliardetto austriaco all’antenna dello stendardo.
Scuole. – Furono aperte, nel Febbraio, le Scuole elementaridi Via Vittorio Emanuele II°, per i bambini della Città, sotto la direzione delle Suore di Maria Bambina, profughe da S. Donà di Piave. Le medesime impartirono istruzione elementare a circa 150 bambini in S. Nicolò, nella casa di Ferdinando Boschin e istruzione religiosa ai bambini di Villastorta del Gallo in casa di Luigi Mariutti, in casa di Belluzzo Domenico (proprietà Stucky) e in casa di Giovanni Pascotto.

1. Nei primi tempi dell’invasione, gli Austriaci – certo per istinto vandalico tentarono di atterrare l’arco in vivo del portone del Fontico. Alcuni dei nostri protestarono, e, fortunatamente, gli oppressori desistettero dalla barbara impresa.
2. E qui mi sia permessa una parola in lode di questo mio venerato Maestro, che tanto patì, non solo per gli stenti della vita, come egli stesso ebbe a narrarmi, ma anche per il suo patriottismo, durante il lungo tormentoso periodo dell’invasione M.r Gaiatto, nato in Portogruaro nel 1843 e morto il 19 Febbraio 1922, fu uomo di sottile ingegno, versatissimo nella teologia morale, che fu lo studio prediletto di tutta la sua vita, dotto nelle discipline letterarie e dotato anche di buon gusto artistico. Fu per molti anni cooperatore parochiale della Chiesa di S. Andrea Apostolo, e, da ultimo Arciprete e Vicario Foraneo. Nei suoi primi anni insegnò per qualche tempo lettere latine nel Ginnasio di questo Seminario Diocesano. Nel 1880, essendo rimasta vacante la Cattedra di Teologia morale, in seguito a rinunzia del Prof. Dott. D. Domenico Colauzzi, fu da M.r Vescovo Pietro Cappellari chiamato a succedergli. Ma, per modestia, egli non accettò l’invito. Visse ritiratissimo, e, nelle ore libere dalle occupazioni del ministero sacerdotale, sempre dedito allo studio. Per la sua bontà, carità e prudenza, il nome di Mons. Gaiatto sarà sempre benedetto da tutti i Portogruaresi. Mori povero, e questo è il più bell’elogio che un vero, Sacerdote di Cristo possa meritare.

1917 (dicembre) Giunge a Portogruaro un numeroso gruppo di profughi del Piave, guidati da mons. Saretta, arciprete di S. Donà.
Epidemia di febbre spagnola: quattrocento vittime fra i profughi del Piave; nella fase più acuta muoiono 25 persone al giorno.
La razione giornaliera di farina è di 50 grammi.
Gli Austriaci tentano di abbattere l’arco del Fondaco. Le proteste degli amministratori e dei cittadini rimasti lo impediscono.
Taglio dei boschi di Lison e Acquanegra. Guido Zanco- Profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 88
1917 (14 Dicembre) S. E. il Generale Rocca nell’invasione austriaca a Portogruaro. -“Alle ore 10 del 14 Dicembre 1917 venne in Canonica del sottoscritto un uomo sulla sessantina…, basso di statura, vestito a nero, con un ombrellone a fasce verdi sotto il braccio. A prima vista mi dà l’impressione di trovarmi di fronte ad un montanaro, pallido in viso, sofferente, con barba da, radere. Fattosi conoscere per il Maggior Generale Francesco Rocca, già comandante la 63^ Divisione a Milano, e narrate tutte le sue dolorose avventure da Caporetto in poi, chiese aiuto per poter entrare in Portogruaro – guernito di soldati e comandi nemici – ed avere un colloquio col Vescovo Mons. Isola, affine di potere, per mezzo di esso, far sapere oltre il Piave, ed alla sua famiglia in Milano, ch’egli era vivo. Di buon grado l’accompagnai, e, passando per la Via Garibaldi, nel vedere tutta la contrada abbattuta dagli aeroplani, maledetti tedeschi, esclamò, quale disastro hanno fatto ! No, soggiunsi io, fu un dirigibile italiano, cche, nel Novembre scorso, volendo colpire un Comando nemico nel palazzo Stucky, in meno d’un minuto, abbattè questa contrada, senza far vittime. E’ proprio vero, disse malinconicamente, che con questi mezzi di distruzione non si ottiene quasi mai lo scopo prefisso. “
“Dal colloquio con Mons. Vescovo risultò l’impossibilità di giovare il Generale; primieramente per mancanza ancora di comunicazioni con la S. Sede, poi perchè ogni corrispondenza del Vescovo doveva essere sottoposta alla censura austriaca.”
“Disillusi ritornammo in Canonica e, durante il pranzo, proposi al Generale di mettere io stesso in esecuzione il suo disegno. Pensai cioè che, avendo egli un suo parente a Vienna, avrebbe dovuto scrivergli una lettera tanto da fargli capire ch’egli era vivo; io poi, figurando di averla ricevuta da un soldato austriaco diretto al fronte, l’avrei consegnata, per il recapito, ad un sotto-ufficiale, che, nell’indomani doveva portarsi a Vienna per ragioni di servizio. E questo felicemente fu fatto. Combinai anche il piano del Generale, di portarsi, nel giorno seguente, col suo attendente nelle bonifiche di Giussago e di Lugugnana, e di là, a qualunque costo, oltrepassare, per mare, la linea nemica. “
“Alle 15, il Generale, non volendo accettare di rimanere in Canonica, partì, ma per ritornarvi alle ore 8 dell’indomani col suo attendente. Prima però desiderò che gli significassi il mio nome e cognome, per segnarlo, insieme con altri, nel suo Notes. Signor Generale, osservai, io La ringrazio della sua cortesia, ma non credo ciò prudente; anzi farebbe buona cosa a cancellarli tutti quel nomi, perchè, se fatalmente quel libriccino cadesse in mano nemica, quali le conseguenze? (1) Trovando adunque giusta la mia osservazione, il Generale radiò circa dieci nomi, tutti di sacerdoti, che gli avevano procurato aiuto e rifugio. (Purtroppo, il disgraziato Generale, fatto prigioniero, non più di due settimane dopo, dovette consegnare coi documenti anche il Notes, che da me fu visto al Comando in Palazzo Stucky). Invece il Generale mi lasciò alcuni scritti, che io custodisco come preziose memorie, in cui si dichiara gratissimo dell’ospitalità ricevuta.”
“Nell’indomani – come ho già accennato – il Generale, col suo attendente, giovanotto sulla trentina, vestito da povero contadino, con pantaloni rattoppati e con una vanga in ispalla, ritornava in Canonica.”
“Mentre io usciva di Chiesa e rientrava in casa, lo trovai in cucina, sotto il camino, che faceva colazione. Era nervoso, tremava e quasi piangeva sulla rovina della patria, invocando vendetta sui traditori di Caporetto, e, sentendo il rombo del cannone, stentava a credere, privo del tutto di notizie, che gli austriaci non avessero oltrepassato, il Piave.”
“Desiderando egli partire, feci chiamare il vecchio Ferdinando Boschin, per insegnargli la via da percorrere. Il Boschin, che precedeva di circa venti passi il Generale, il. quale portava I’ ombrellone sotto il braccio e l’attendente che tirava a mano una cariola dovevano figurare come profughi del Piave.”
“Gli procurai dei sigari toscani per offrirne ai gendarmi, se mai avesse trovato resistenza. Difatti pochi giorni dopo me ne richiese degli altri, dichiarando che i sigari erano dei buoni lascia-passare.”
“Due settimane dopo si venne a sapere che il povero Generale, per un caso fortuito, era stato fatto prigioniero a Giussago, mentre aveva già organizzato con un barcaiuolo il passaggio del Piave per via di mare.”

DON UMBERTO MARTIN
Parroco di S. Nicolò extra muros
(1) Infatti, pochi giorni dopo, il Comando Militare Austriaco spediva una Circolare a tutti i Paroci, nella quale si minacciavano pene severissime ai ricettatori di ufficiali di soldati italiani.

16 Dicembre
Giunge in Portogruaro Mons. Cav. Luigi Saretta, Arciprete di S. Donà con profughi del Piave, al quale è affidata da Mons. Vescovo F. Isola la cura della Chiesa ausiliare di S. Andrea Apostolo. Nel mese antecedente alla sua venuta, il governo di questa Parochia fu tenuto da Mons. Giuseppe Gaiatto.

1918

Gennaio
Passa per Portogruaro in strettissimo incognito L’imperatore Carlo e così pure anche nel Giugno.
In questo mese di Gennaio si requisiscono i rami e tutti i tricolori.
Da una rivista tedesca (Folk Heer), num. 1-2, molto diffusa nelle terre invase con due illustrazioni di Portogruaro (Platzmisik e Piazza Umberto I), togliamo: “La ferrovia ci riconduce in vicinanza del mare. Vi è un regolare servizio ferroviario con Portogruaro, ed uno più incerto da là fino al Livenza ed anche più in là. A Portogruaro, sede di un comando superiore, sorprende la fisonomia architettonica veneziana. Siamo in territorio del Regno d’Italia, in uno dei molti piccoli centri che il forestiero non visita mai, perchè deve sollecitamente raggiungere qualche meta più importante. Angoli e torri appaiono pittorescamente nelle lunghe vie sulle quali già irradia il chiaro mattino. Sul vasto Duomo si erge il campanile, ma il terreno ha ceduto e così la torre è pendente. Magnifico è anche l’antichissimo Municipio colle sue merlature, simile a vedersi ad una rocca Scaligera (?). In mezzo alla città il fiume Lemene, scorrendo fra fabbriche ed irrigando ortaglie, mette in azione un mulino nei quale ora lavorano i nostri soldati.”
Tengo sott’occhio una poesia in foglio volante, composta, per quanto si dice, da un ufficiale tedesco in cattivo italiano. Fortunatamente il malaugurato poeta ebbe il buon senso di celarsi sotto l’anonimo. E’ una banale invettiva contro Portogruaro, una porcheria da gettarsi tra le immondizie.

22 Febbraio
Si requisiscono le campane di S. Giovanni; il 23 quelle di S. Agnese ; il 18 Marzo quelle del Duomo.
Non furono requisite certo per dimenticanza le campane di S. Luigi, la campana della SS. Annunziata e la campanella del Comune. (1)
Esce la “Gazzetta del Veneto” stampata in Udine, settimanale.
(1) Le nuove campane del Duomo, fuse dalla Ditta Colbachini di Bassano, furono benedette solennemente nella Piazza maggiore della nostra Città da S. E. M.r Vescovo L. Paulini il 13 Aprile 1920.

23 Maggio
Colle Zugno. – conferita la medaglia di bronzo al Sig. Boschin Giovanili “per essere stato saldo all’arma Sezioni pistola sotto un forte bombardamento.”

Giugno
Cominciano a mancare i viveri. Molti dalla montagna scendono a Portogruaro in cerca di granoturco; ma il più delle volte, nel ritorno, sorpresi da squadre nemiche vengono arrestati o percossi e privati delle loro scarse provviste acquistate a prezzo elevatissimo.
Guido Manacorda in “Lettura” del I° Agosto 1919 (I conquistatori – Da diari, corrispondenze e documenti nemici, pagg. 555 e segg.) “ci presenta un quadro di Portogruaro affamata, spopolata, straziata.” “Ma le ore di svago del nemico invasore – aggiunge – passano in genere meno lisce. Perchè quello stesso popolo che da principio, sotto il peso dell’improvvisa sventura sembra all’invasore “rassegnato all’inevitabile”, su certi argomenti noti scherza. Corrono, di fatto, voci paurose. Nei pressi di Portogruaro una donna avrebbe “gravemente ferito a colpi di bastone un caporale che avrebbe attentato al suo onore”; mentre altre , si sarebbero salvate da violenze di soldati avvinazzati a colpi di coltello.”

10 giugno
Bombardamento aereo italiano. Guido Zanco- Profilo di storia economica di Portogruaro ed. “Il Parco”-Portogruaro pag. 88

15 Giugno
Ponte di Piave. – conferita la medaglia d’argento, al valore militare, al Sig. Luigi Trevisan di Portogruaro, “il quale, addetto ad un Comando, pur potendosene esimere, volle prender parte al combattimento. Attaccava con pochi soldati un forte gruppo nemico, fugandolo e facendo prigionieri. Compiva volontariamente ricognizioni in territorio battuto, e caduto in mezzo al nemico, sfuggivagli, riportando utili notizie al suo Comandante.”

11 Ottobre
Da un aeroplano, diretto dal pilota Eugenio Casagrande, scendono al Marango, in quel di Concordia, il Capitano D.r Giorgio Rumiati e l’Ufficiale d’Artiglieria- Bombardieri Francesco Carturan con altri compagni.
Trasvestiti passano a Concordia insieme col Cav. Eugenio Tessarin, Podestà di Caorle, e poi a Portogruaro.
Il Tessarin li provvede di vitto e dà loro informazioni di piani militari austriaci, attinte da alcuni cittadini Portogruaresi.
Tutta la popolazione di Concordia e di Portogruaro asseconda l’opera di questi valorosi aviatori, che, raccolte le preziose notizie, le trasmettono, per mezzo di piccioni viaggiatori e con segnalazioni di biancheria stesa all’aperto, al Comando della III^ Armata residente in Mogliano.
Nell’elenco dei civili delle terre invase che maggiormente cooperarono alle imprese della “Giovine Italia” (V. Guido Manacorda – La giovane Italia – Milano, Società editoriale italiana, pag. 112), figurano il Cav. Prof. Don Michele Martina Arciprete di S. Stino di Livenza e il Sacerdote Don Marcello Gardin di Prodolone, mutilato di guerra, rimasto in Portogruaro durante l’invasione.
1918     (1 Novembre) In questo giorno certi De Antoni Bernardo e la moglie Magnabaso Amalia, De Atitoni Atnedeo di Gio. Batta, De Antoni Antonio e Teresa e Muzio Zamburlini si trovavano ritirati nelle loro case a Colombera di Villastorta. Avendo due soldati ungheresi portato via una scrofa di proprietà di Bernardo, De Antoni, questi e i suddetti, armati di forche e di fucili, li inseguirono, mentre si allontanavano con la preda, fino al casello di Teglio, dov’era il comando della batteria. Quindi, senza aver ottenuto il rilascio della scrofa, ritornarono alle loro case.
Più tardi si presentarono alla casa dei De Antoni e a quelle dei vicini, allo scopo di perquisire, altri tre soldati Ungheresi; ma quando questi giunsero sotto la casa di Bernardo De Antoni, da uno dei De Antoni fu gettata dall’alto della casa una pietra sul capo d’uno dei tre ungheresi, il quale restò morto sul colpo. Gli altri due fuggirono a chiamare aiuto, ed intanto i De Antoni si rifugiarono a Fossalta, abbandonando le loro bestie sparse per la campagna.
Non molto dopo tornarono gli Ungheresi con una intera Compagnia, con armi d’ogni sorta, e demolirono, meno i muri, e incendiarono la casa del De Antoni. Poi entrarono in casa di Domenico Alba, al quale saccheggiarono tutto, tranne due galline, e ciò dopo di aver prima legato e condotto al Comando della Batteria l’Alba ch’era lì presso.
Dalla casa dell’Alba passarono a quella vicina di Secondiano Pauletto, che insieme coi figli Antonio e Giuseppe arrestarono e condussero alla Batteria. Qui a questi e all’Alba, che già ivi si trovava, consegnarono i badili e fecero loro scavare il terreno, “per seppellirli – come dicevano nella fossa da loro scavata con le proprie mani;” invece nella fossa, con grande respiro degli scavatori, deposero il soldato ucciso dal De Antoni.
Mezz’ora dopo partì la Batteria, che fece seguire a piedi i quattro e li condusse a Rivignano.
Mentre i quattro stavano scavando la fossa, ne sopraggiunsero, condotti dagli Austriaci, altri due, Francesco Bertolini e Luigi Pinos da Portovecchio, che furono pure uniti ai primi, e, legati a due a due, condotti a Rivigilano.
I primi quattro furono arrestati, perchè si dicevano complici dell’uccisione del soldato ungherese, abitando essi in vicinanza alla casa del De Antoni; gli altri, perchè ritenuti complici, in quanto che il padre del Pinos era stato ucciso il giorno prima da un soldato austriaco, per essersi rifiutato di consegnare la chiave della stalla, donde doveva consegnare una vacca requisita.
Furono condotti i sei, a piedi e talora correndo dietro la Batteria, fino a Rivignano. Agli arrestati legarono le mani dietro le spalle, e poi li impiccarono ciascuno ad un albero, tenendoli sospesi quasi due ore e ingiuriandoli e sputando loro in faccia. Un medico assisteva al supplizio. Poi sciolti li mandarono a casa. (Da notizie attinte a viva voce dal Comm. G. C. Bertolini).

3 Novembre
Alle 3 antimeridiane cessò il fuoco degli Austriaci ed entrò, da S. Agnese e dal Palù, l’esercito liberatore.
Poco tempo dopo la nostra gloriosa liberazione, il nostro Seminario Vescovile è trasferito a Pordenone.
Scheda di approfondimento  Il vescovo Isola viene aggredito e malmenato

11 Novembre
Mons. Dott. Celso Costantini, Vicario Generale, scrive a Mons. Dott. G. B. Titolo, a Roma: “La Città è un immenso letamaio, piena di desolazione, con le case vuote tutte.”
Ponti della Città di Portogruaro. – Dagli Italiani, nell’uscita, si fecero saltare il Ponte di S. Giovanni (presso la porta omonima) e quello di S. Nicolò (detto da nostri il Ponte verde); dagli Austriaci, nell’uscita, si fecero il Ponte del Rastrello, il Ponte dell’Abazia, (1) della Stretta e quello del Palù. Il Ponte dei Molini fu minato dagli Austriaci, ma non fatto saltare; così pure il Ponte del Reghena.
(*)Ore 7: arrivo a Portogruaro delle truppe italiane da’S.Agnese, dal Palù e dalla linea ferroviaria.
Invasione del vescovado ed aggressione al vescovo Isola.
Grave situazione alimentare. Intervento dell’on. Facta e della Croce Rossa Americana. Guido Zanco- op. cit. pag.88
(1) Questo ponte, sostituito ad una vecchia e logora ponticella di legno, dopo che – affogò nel Lemene una sorella del Sig. Angelico Signorin, la quale ivi passava, durante un temporale, era stato costruito dal Comune nell’anno 1835. Fu riedificato, come tutti gli altri ponti distrutti dagli Austriaci, negli anni 1919-1922.

1919

Inizia la ricostruzione.
Viene fondata la Camera del Lavoro di Portogruaro.
Le organizzazioni cattoliche danno vita a cooperative e casse rurali.
Fondazione dell’A.C. Portogruaro. Guido Zanco- op. cit. pag.88/89

16 gennaio
Trasferimento del Seminario a Pordenone.

4 Novembre
Nella sala d’ingresso di questo Municipio, alla presenza di S. E. Mons. Luigi Paulini Vescovo di Concordia, del Capitolo Cattedrale, del Clero, di tutte le Autorità civili e militari, e di molti cittadini portogruaresi, dal Commissario Prefettizio Cav. Gilardoni fu fatta solenne consegna della medaglia di bronzo, per valor militare, ai Sigg. Dott. Giorgio Dal Moro e Codolo Secondiano, ambedue di Portogruaro.
La motivazione dell’onorificenza del Dott. Giorgio Dal Moro si riferisce all’azione da lui svolta, in qualità di aiutante di Campo della Brigata Bari (139°-140° reggimenti di fanteria), dal 15 al 24 Giugno, in zona di Monte Asolone; Codolo Secondiano, caporale del reggimento 71° di fanteria, “si distinse, come è detto nella motivazione, durante il combattimento ad Oslavia (21 Novembre 1915) per tenacia e coraggio.”